Impossibile dare un voto ad uno dei locali che ha segnato la storia della ristorazione italiana. Tra queste quattro mura sono nati il Carpaccio e il Bellini. Agli eleganti tavoli rotondi che arredano la sala si sono avvicendati, solo per citarne qualcuno, Arturo Toscanini, Charlie Chaplin, Orson Welles, Peggy Guggenheim e Ernest Hemingway che in un suo romanzo lo indica come rifugio delle tante bevute veneziane.
Raccogliendo le idee per scrivere questo articolo mi sono imbattuto in alcune critiche (mitico Trip Advisor!) che mi hanno fatto sorridere: troppa gente accalcata al bar, servizio scadente, cibo mediocre, prezzi esobitanti… Io in tutta onestà credo che criticare l’Harry’s Bar sia come criticare le capacità espresse nel giuoco (come si diceva un tempo) del calcio da Pelè, o quelle nel campo della poesia da Dante.
Siamo infatti di fronte ad un colosso immenso.
E poco importa che i prezzi siano da ristorante stellato mentre i piatti assolutamente no. Se pensate che sia questo il punto di forza dell’Harry’s Bar non ci avete capito proprio niente. Da Cipriani si paga tanto perché qui si respira un’atmosfera da altri tempi, perché i camerieri sono impeccabili, la sala elegante, perché c’è la signora che ogni primo dell’anno ha il suo tavolo prenotato e, anche se viene una volta l’anno da dieci anni, tutti si ricordano di lei; da Cipriani si paga – ma forse sarebbe giusto dire è impagabile – il piacere di bere uno straordinario Bellini (15) al bancone; la gioia di essere in uno dei tempi della cucina italiana nel mondo, a due passi da Piazza San Marco, una delle piazze più belle del mondo. Da Cipriani si paga il fatto che sei da Cipriani. Ed è assolutamente giusto così. Se un piatto di tagliolini costasse 12 euro, anziché 32, allora Harry’s Bar sarebbe la trattoria sotto casa vostra, e se mi permettete fortunatamente non è così. Viceversa la trattoria sotto casa vostra potrà permettersi di far pagare i tagliolini 32 euro solo dopo aver ospitato tra i suoi tavoli le personalità più importanti della terra e aver inventato alcuni piatti e cocktail famosi in tutto il mondo.
Per farla lunga, a questo punto vi racconto la storia di come nasce il nome Harry’ Bar, una storia carina che ruberò per comodità da Wikipedia: “Il nome del bar, come raccontò lo stesso Giuseppe Cipriani, deriva da quello del giovane studente americano Harry Pickering che, trasferitosi negli anni venti a Venezia con una zia per tentare di curarsi da un inizio di alcolismo, venne da questa piantato in asso con pochissimi soldi dopo un litigio. Giuseppe Cipriani, all’epoca barman nell’hotel in cui risiedeva l’americano, impietosito dalla vicenda prestò al giovane 10.000 lire, somma considerevole per l’epoca, per consentirgli di rientrare in patria. Qualche anno dopo, il giovane, guarito dall’alcolismo, tornò a Venezia e, rintracciato Cipriani, in segno di gratitudine gli restituì l’intera somma aggiungendovi 30.000 lire perché potesse aprire una sua attività in proprio. Cipriani decise quindi di chiamare il suo locale “Harry’s Bar” in onore del suo benefattore, inaugurando la sua attività nel 1931″.
Oggi ai 45 mq iniziali si è aggiunta la sala al piano di sopra da cui si gode una bella vista sul Canal Grande e al posto di Giuseppe Cipriani troverete il figlio Arrigo.
Mi accorgo che forse nelle righe scritte in precedenza non ho dato il giusto merito alla cucina dell’Harry’s Bar, tento quindi di mettere una consueta pezza. Appena ci si siede arriva del pane e dei grissini straordinari che vengono sfornati dalla pasticceria Cipriani alla Giudecca. Accompagnare il panino con il burro è un’autentica delizia!!
Tra i piatti proposti nel menu ci sono certamente delle eccellenze: gli scampi (59), il pollo al curry, che abbiamo provato a cucinare seguendo la ricetta del Mio Harry’s Bar (47, clicca qui per leggere l’articolo), il Carpaccio (47), che, a differenza di quello che si potrebbe pensare, viene servito accompagnato da una salsa, il Risotto alla Cipriani(36), i già citati tagliolini gratinati, il baccalà mantecato con polenta (47), i filetti di sogliola con carciofi (53), il granchio Reale dell’Alaska (36). Per la vostra curiosità ho inserito tra le parentesi i prezzi delle pietanze.
I dolci poi sono assolutamente insuperabili. Noi seguendo il libro di ricette di Cipriani siamo riusciti a rifare (clicca quiper la ricetta) la crostata al limone meringata (26) (Angelica mi chiede di specificare che si tratta di una fetta e non dell’intera crostata n.d.N.) Un vero capolavoro. Ma ancora: la torta alla vaniglia, la mousse al cioccolato (19), i gelati (19).
Non so come mai ma nonostante la piacevole formalità che si respira in questo ristorante, da Cipriani ancora si sente tutta l’influenza del Bar. Forse per la possibilità di mangiare anche intorno alle 15 o per la varietà dei piatti proposti.
Se con l’inizio dell’articolo non vi ho convinti a proposito della assoluta necessità di spendere tanto da Cipriani e leggendo i prezzi tra le parentesi vi siete spaventati (ancora mi ricordo quando i miei genitori mi ci hanno portato, pensavo fossero matti!), allora proverò ad aggiungere qualche elemento rassicurante. Ogni volta che sono andato all’Harry’s Bar ho avuto la fortuna di ricevere uno sconto del 28% denominato “Amici di Cipriani”. Ora, non so se anche a voi toccherà questa fortuna, ma non essendo io Amico di Cipriani, non vedo perché dovrebbero farlo solo a me. Mi auguro lo facciano anche a voi. C’è da dire poi che, come recita il menu, “Le porzioni dei primi e dei secondi piatti sono sufficienti per un pranzo completo”, e sono veramente abbondanti. Inoltre il servizio ha fatto di tutto (forse perché siamo ragazzi?!) per renderci la vita più semplice e meno dispendiosa. Qualche esempio: quando ho chiesto un Bellini, il cameriere mi ha domandato se volevo dividerlo in due bicchieri e ci ha servito due bicchieri quasi pieni; oppure quando abbiamo ordinato una torta da dividere in tre, ci è stata portata una super porzione e una fetta aggiuntiva di un’altra torta. Grandi, grandissime attenzioni che hanno reso il pranzo da Cipriani indimenticabile.
Insomma alla fine grazie al servizio, lo sconto, l’attenzione a non ordinare cose esagerate, il conto finale è stato talmente sostenibile da potermi permettere di fare il guascone.
Ma una cosa è altrettanto certa, se ordinate tartufo (70), Champagne (130-600) e tutto il meglio che può offrire Cipriani… Beh, allora non stupitevi di uscire con il portafoglio molto più leggero rispetto a quando siete entrati. Ma comunque ne sarà valsa la pena, si vive una volta sola e andare al creatore senza aver mai banchettato da Cipriani sarebbe un gran peccato che non credo lassù vi perdonerebbero.
PS. Cipriani, oltre a New York, ha una Locanda-Taverna nella splendida isola di Torcello. Speriamo di potergli fare visita quanto prima.
I prodotti Cipriani come i tagliolini, le salse, il Bellini e i panettoni sono in vendita presso il ristorante Cipriani o in negozi alimentari di qualità. Ad esempio Castroni a Roma.
Harry’s Bar Venezia
SERVIZIO: impeccabile ai tavoli, forse non perfetto sulle prenotazioni
PARCHEGGIO: se riuscirete a parcheggiare la macchina a Piazza San Marco vi offro io la cena
PREZZO: da 45 euro a tutti i soldi che avete in banca
GIORNO DI CHIUSURA: mai, aperto dalla 10 alle 23
INDIRIZZO: Calle Vallaresso 1323 (di fronte alla fermata del Vaporetto San Marco Vallaresso)
TELEFONO: 0415285777
COPERTO: no
POSITIVO: il servizio, l’ambiente, la storia, il Sig. Cipriani
NEGATIVO: una maggiore attenzione nelle prenotazioni sarebbe certamente auspicabile, la cucina è buona ma non stupisce
{google_map}45.432506,12.337153{/google_map}