Immaginatevi un Grigio Novembre a Milano… freddo, pioggia e un cielo che non si apre mai. Ero lì per lavoro, agli inizi…in un periodo di particolare stress e pressione. E’ stato in quel momento che ho scoperto il l’Osteria Pont De Ferr, e vi posso assicurare che all’ antipasto mi era già tornato il sorriso.
Sono andata lì a colpo sicuro, me l’aveva consilgiato Nicolò che c’era stato poco prima e avea mangiato uno straodinario – a suo dire – risotto di castagne col cioccolato che io non ho mai avuto l’onore di ritrovare nel Menù, perchè – e questa è solo la prima di tante caratteristiche – il Menù cambia ogni uno- due mesi, come può raccontarvi Maida Mercuri l’ ironica e sorridente sommelier e gestore del locale.
L’Osteria è proprio sui Navigli e si presenta con una insegna Retrò che ben si addice anche all’arredamento interno. Il locale mantiene infatti l’aspetto di una osteria storica, con i tavoli di legno, le tovagliette di carta e i tovaglioli bordeaux, l’arredamento rustico (attentisismo però ai dettagli) e le pareti foderate di scaffali su cui sono adagiate le bottiglie di vino… innumerevoli…basti ricordare che Maida è stata una tra le più giovani Sommelier donne d’Italia.
Mentre aspettavamo di ordinare ci hanno portato il cestino del pane… una piccola meraviglia per varietà ed estro: Grissini al farro, panini al curry, micro- cornetti salati (non mini… micro!) e non so quante altre varietà… presentate in bella mostra su un tagliere di legno. Visto che Nico non c’era – mi impedisce sempre di mangiare il pane la ristorante…dice che poi non mangio ilo resto – li ho assaggiati tutti in compagnia di un collega davvero buongustaio. E spilluzzicando e bevendo un bicchiere di ribolla gialla ho notato una finestra interna, che dà direttamente sulla cucina e che ti permette di sbirciare un po’ tutto lo straordinario lavorio che c’è dietro ogni piatto.
Perchè al Pont De Ferr nulla è lasciato al caso. Pensavate di essere entrati in una normale osteria Lombarda… risotto allo zafferano, cotoletta, canederli… Niene di tutto ciò…. Ma molto Molto molto di più!
Il vostro palato è affidato ad un melting pot di chef: a cominciare dall’alto il primo chef Matias Perdomo (Uruguay) – l’anima innovatrice della cucina, il secondo chef – che ho avuto l’onore di conoscere personalmente – Simon Press (Argentino) – un uomo pieno di poesia, per poi arrivare a tutti gli altri componenti della cucina provenienti dai paesii più disparati… eccezion fatta per i dolci… plasmati dalle sapienti mani di una giovane chef campana.
Quindi preparatevi a stupirvi, a provare nuovi abbinamenti, e giocare con i sapori come non avevate mia fatti…Perchè al Pont del Fer la cucina è anche architettura: scomporre e ricomporre, destrutturare e ristrutturare…e l’occhio vuole la sua parte!
Ed ecco la prima meravilgia: La cipolla rossa di tropea caramellata con il formaggio di capra fresco,… un delicatissimo involucro fusiforme di zucchero lilla soffiato con la stessa arte dei Mastri vetrai Veneziani, che contiene un mix sapiente di cipolla e caprino
i delicatissimi Ravioli di risotto alla zafferano in foglia d’oro (omaggio a Marchesi) oppure i ravioli ripieni di coda con bordo Katsuobushi… da gustare boccone per boccone..
Oppure qualcosa di più classico… Spaghettoni di grano duro del Salento del Comm. Benedetto Cavalieri con pomodoro o colatura di alici, calamaretti spillo, aglio, olio e peperoncino, meno straordinari ma con una mantecatura eccellente.
e vi sentirete davvero coccolati… al Pont de Ferr e è tradizione aprire l’ingresso del piatto con un piccolo assaggio… un pre antipasto (nel nostro caso creme brulèe di fois gras con confettura di fichi o di parmiginao) e un pre dolce, quasi per pulire la bocca dal gusto dei secondi, e a noi è piacevolmente toccato una piccola coppetta di una freschissima crema di kiwi con spuma di mandorle.
Tra i secondi, scenografici e di gran gusto, segnaliano il Mosaico di Ricciola, il Sashimi di filetto di bue con fois gras, umeboshi e sesamo nero e lo stupefacente Sashimi Tartan, di cui è stata pubblicata anche la ricetta on line al seguente link: http://www.finedininglovers.it/ricette/secondi-piatti/sashimi-ricetta-matias-perdomo/
Ma i fuochi d’aritificio dovevano ancora arrivare…I dolci vi lasceranno senza fiato… se non altro epr l’effetto terribilmente scenografico. Ordino una tarte tatin alle mele e cosa mi arriva? questa meraviglia….
La stessa arte da mastri vetrai, utilizzata per la cipolla di tropea, questa volta serve a ricreare la mela, origine prima della tarte tatin, in cui la tart tatin stessa è contenuta…cosa manca? ah sì la pastafrolla…. e infatti è diventata gelato e accompagna il tutto. Davvero un dolce che ti seduce completamente… da dieci e lode.
Ma c’è ancora da scegliere sui dolci… ad esempio il mitico Sigaro di cioccolata ripieno di mousse di cioccolato al tabacco (Montecristo) con gelato al rhum, Il tortino di cioccolato da cuore caldo (di incredibile fattura e servito con un gelato straordinario – mi ricordassi il gusto!), il Tiramisù: zuppa di savoiardi, gelato d’amaretti, croccante di cacao, gelato di mascarpone ed aria di caffè (strabiliante l’aria di caffè) oppure lo scherzoso… “Questo non è un gioco” a base di gelatina, biscotto e cioccolato colorato, oppure per i più grandi il ” Campari Soda ripieno di cheesecake”… l’inganno è totale
Insomma…c’è da sperimentare… e sto cercando di trovare qualche scusa per tornare a Milano pur di tornarci (spero sempre con qualche collega intenditore… non c’è nulla di peggio che entusiasmarsi alla vista di queste meravilgia davanti ad un commensale incredulo:-)
Che dirci quindi? uno dei miei ristoranti preferiti, dove 26 anni di grande gestione, una ricerca notevole delle materie prima ed un grande amore per l’innovazione e la creatività hanno fatto davvero un miracolo. Costicchia… ma si merita davvero tutto quel che chiede.
n.b. Preciso che, data la scarsità della qualità delle foto in nostro possesso, abbiamo fatto man bassa delle foto disponibili in rete. Tutto questo per darvi un idea, quanto più attendibile possibile, della bellezza dei piatti di questo straodinario ristorante.