Avevo veramente bisogno di un ristorante come Cuoco e Camicia per rimettermi a scrivere una recensione dopo il mio esilio dorato di sei mesi a Londra. Si perché i ristoranti come Cuoco e Camicia la recensione se la scrivono da soli, e le parole scorrono via veloci ripensando alla cena della scorsa settimana in questa piccola perla del quartiere Monti.
Nella nostra breve carriera da “foodblogger (!)” siamo qualche volta fortunatamente approdati in ristoranti che poi sono diventati stellati, ma non avendo ancora ricevuto la Stella, al momento della nostra visita avevano ancora mantenuto un profilo di prezzo più contenuto. Beh da Cuoco e Camicia abbiamo avuto la stessa felice sensazione: prezzi quasi da osteria ma cucina di altissimo livello, con ottime materie prime e uno chef, Riccardo Loreni, e il suo staff, che ci sanno veramente fare.
Da Cuoco e Camicia si usano tutti quegli strumenti – come il sifone – e quelle tecniche – come la destrutturazione – che hanno fatto grandi El Bulli di Roses e La Pergola di Roma. Per carità, capisco che il paragone con questi mostri sacri possa risultare azzardato. E stiamo infatti sicuramente ancora parlando di ristoranti che giocano (o giocavano) ad un livello diverso, ma lo sport e il campionato è lo stesso, e non mi stupirei se la famigerata Stella prima o poi arrivasse a premiare anche all’ottima squadra che forma Cuoco e Camicia. Magari non tutti i piatti sono sullo stesso livello – come il pur buono Tonno in guazzetto di cozze e vongole (17 euro), un buon piatto che però non stupisce – ma altri, come il meraviglioso Aspettando il Natale (7 euro), un gelato che richiama tutti i sapori del panettone, ti fanno veramente pensare alla Stella Michelin.
E’ vero anche che non tutti i piatti ti fanno gridare al miracolo perché già visti – come i tortelli ripieni di carbonara(13 euro) – ma anche in queste realizzazioni si registra sempre una notevole abilità tecnica unita ad un tocco personalissimo dello chef, come l’aggiunta della farina integrale e la zucchina, o come nel caso dell’ottima guancia di manzo brasata che viene accompagnata con spuma di carbonara (17).
Il ristorante si trova in uno stretto vicolo cieco traversa di Via Cavour, vicino alla scalinata che porta al Mosè di San Pietro in Vincoli. Qualche tavolo all’aperto, locale recentemente ristrutturato con gusto; una grande lavagna alla parete con i piatti del giorno (perché il menu cambia a seconda di quello che offre il mercato), spazi irregolari ma ben arredati. Complessivamente pochi coperti divisi su due piani. Il piano di sotto, se ha il difetto di essere privo di finestre, ha il merito di essere raccolto, circondato dalla bella selezione di vini del ristorante e nel mezzo di antichi archi. Se proprio dobbiamo trovargli un difetto – nonostante noi ci abbiamo cenato – sicuramente durante il giorno il ristorante non gode di moltissima luce.
Lo chef Riccardo Loreni dopo anni di onorata carriera in ottimi ristoranti della capitale come Le tre Zucche, circa tre anni fa si mette in proprio con un amico imprenditore, Francesco Raveggi. Nasce così Cuoco e Camicia.
Il menu, come abbiamo anticipato, prende ispirazione da quello che offre il mercato e spazia dal pesce – come il meravigliosopolpo su vellutata di ceci (12) – alla carne – come la tagliata di maiale iberico con verdure saltate e senape (18). Dall’influenza romanesca rivisitata – come le crocchette alla trippa (10) o il carciofo alla Giudia con gelato cacio e pepe – ai piatti sofisticati come i Tortellini ripieni di foje gras in brodo di manzo (13). La linea che ispira i piatti di Cuoco e Camicia il più delle volte è l’innovazione, il piacere di stupire, ma con accostamenti mai troppo avventurosi.
Molto interessante la possibilità di ordinare un menu degustazione (40 euro) con 2 antipasti, 1 primo, 1 secondo e 1 dolce, piatti scelti dallo chef (potete segnalare cosa non mangiate). Formula apprezzabilissima visto che – a differenza di molti ristoranti dove siamo stati che un po’ se la tirano – il menu degustazione può essere ordinato solo da una persona del tavolo e i camerieri non storcono il naso se i piatti ordinati vengono divisi tra i commensali anziché solo dalla persona che li ha ordinati.
Arriva subito un cestello di pane fatto in casa. La serata scorre piacevolmente e il meccanismo viene oliato dai gentili “omaggi” che giungono dalla cucina: un antipasto di benvenuto, ovvero nel nostro caso delle buone crocchette di manzo, e un pre-dolce, un assaggio di ottima cheese cake (sempre gradita!).
Il servizio alla mano ma preciso. Unico sbandamento che abbiamo registrato – anche se generalmente assai gradito dai clienti – la mancata contabilizzazione del nostro vino nel conto. L’avvenimento ha destabilizzato il tavolo che ha sinceramente riflettuto qualche secondo sul da farsi (perdonatemi l’onestà!). Ne è nata una breve tavola rotonda, ma le ragioni dell’onestà hanno vinto all’unanimità (davanti al micragnoso tentennamento iniziale di fare i vaghi) in considerazione di un conto davvero contenuto rispetto a quanto aveva offerto il ristorante (e non per la nostra onestà!). Cosicché siamo usciti contenti e con la coscienza a posto.
Un grazie a Daniele e Chiara che ci hanno segnalato Cuoco e Camicia e complimenti all’accoppiata Riccardo Loreni-Francesco Raveggi. Noi tifiamo per la Stella! Continuate così!
Cuoco e Camicia
SERVIZIO: gentile e professionale
PREZZO: 35/40 euro (a cena); meno a pranzo
PARCHEGGIO: il ristorante si trova fuori dalla ztl. Potete provare a parcheggiare a San Pietro in Vincoli ma dovrete probabilmente litigare con il consueto parcheggiatore abusivo che vi chiederà il pizzo per poter parcheggiare (sigh!)
INDIRIZZO: Via di Monte Polacco 2 Roma
TELEFONO: 06-88922987 (meglio prenotare!)
GIORNO DI CHIUSURA: sabato a pranzo e domenica
BAGNO: Pulito
POSITIVO: ristoranti quasi stellato con prezzi quasi da osteria, staff competente e gentile, ambiente raccolto
NEGATIVO: poca luce di giorno, sistemazione dei tavoli
PIATTO DA NON PERDERE: aspettando il Natale, tortelli ripieni di carbonara, carciofi con gelato cacio e pepe, (se in menu)
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