La sensazioni riscontrate dall’osteria a Rieti sono state discordanti. L’ambiente è casareccio nel senso più positivo del termine, le foto di Roma sono appese ai muri assieme alle teste d’aglio, i pochi tavoli in legno danno arredano una piccola sala dove è visibile la cucina. I prezzi sono bassi e si vede che le tre sorelle che gestiscono il locale (sala e cucina) sono praticamente nate qui dentro… i piatti sono collaudati, ottimo il pane e la bontà dell’osteria è confermata dalla notorietà tra la gente di Rieti. Anche la posizione ci è piaciuta molto, vicino alla stazione ferroviaria, in un vicoletto appena dentro le mura antiche.
Ci viene presentato il menù che, come tradizione romana vuole, è scritto su carta paglierina con pennarello. I piatti sono un vero e proprio omaggio alla cucina romana: cacio e pepe, matriciana, gricia (anche nella variante con le fave), le scaloppe al limone, la trippa, i nervetti, le puntarelle, poi il bollito, tipico nel reatino, sia con la salsa verde che con il pomodoro, cipolla e alloro, che qui si chiama picchiapò.
Diciamo subito che il primo era speciale: la gricia con pesto di fave crude e pecorino di qualità lo abbiamo mangiato con grandissimo gusto. Non male neanche il picchiapò, anche se di bolliti ne abbiamo mangiati di migliori… Ma quello che non ci convince dell’osteria (mica son tutte rose e fiori) è la sicurezza con cui le proprietarie muovono i fili del ristorante… Sicurezza che potrebbe essere una qualità ma che nel mio caso si è trasformata in sciatteria, la stessa sciatteria che facilmente si può trovare nelle trattorie romane… Un tipo di servizio che fortunatamente con difficoltà viene proposto fuori dal Grande Raccordo Anulare e che mi innervosisce… La cameriera avrà chiesto alla cucina (sua sorella) una decina di volte il mio dolce e in sala c’erano due tavoli. Ogni volta poi tornava da me e mi diceva che la crostata stava arrivando… Intanto passavano i minuti che sono diventati almeno quindici per una crostata riscaldata al microonde decisamente troppo – di quel troppo che rende l’interno della pietanza calda come il suolo di mercurio quando ci batte il sole. Poi chiedo alla cameriera-proprietaria qualche spiegazione sulla confettura della crostata e nessuno tra cucina e sala sa dirmi di cosa si tratta, la massima spiegazione che sono riuscito ad ottenere è stata: è casareccia, che ne sappiamo noi!
Per concludere, che altrimenti mi innervosisco: l’ambiente è carino, i piatti (sopratutto i primi) sono ben realizzati, i prezzi molto onesti; avrò trovato la giornata storta (una seconda volta certo non ci torno visto che a Rieti di ristoranti buoni ce ne sono) ma a me il servizio dove tutti scherzano – se ride in cucina, se ride in sala – mi ha proprio rotto le scatole… Viva i professionisti del mangiare.
L’Osteria
SERVIZIO: sciatto
PARCHEGGIO: Facile, lungo le mura
PREZZO: 20-25 euro
INDIRIZZO: Via san liberatore, 50, 02100 – Rieti (RI)
CHIUSO: sabato sera e domenica
TELEFONO: 0746-496666
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