In Sicilia il cibo è affetto…
Oggi non riuscivo a capire come fosse possibile che un uomo che di mestiere fa il commercialista potesse aprire un bar/alimentari/rosticceria siciliano e dopo poco più di un mese conoscere alla perfezione tradizioni culinarie, prodotti e produttori della propria terra. Per questo ho chiesto ad una mia amica siciliana una spiegazione razionale, ed ecco la risposta: noi a casa parliamo perlopiù di cibo, di sapori; cosa abbiamo mangiato a pranzo e cucineremo a cena è l’argomento centrale delle nostre giornate. Un siciliano, anche se dalla sua terra se ne è andato via da anni, anche se nella vita fa un lavoro da scrivania, quei sapori ce li ha dentro.
Era qualche tempo che Enzo aveva in mente di aprire una gastronomia che proponesse i migliori prodotti Siciliani e per la consulenza si è avvalso di Roberto, proprietario di Siciliainbocca, celebre ristorante della capitale. La ricerca dei prodotti è stata maniacale e raramente ho visto tanti presidi Slow Food tutti nello stesso negozio: miele di api nere, salumi, marmellate, formaggi.
Una dei fornitori più importanti delle Sicilianedde si trova a Mirto, è una macelleria che produce un prosciutto (di suino nero dei Nebrodi) che non ha niente da invidiare al Patanegra, mentre la strepitosa ricotta proviene dalla provincia di Caltaniessetta. Ma ogni angolo della Sicilia fa la sua parte fornendo alle Sicilianedde marmellate (al melone bianco di Trapani, al gelso), affettati (come ad esempio la Fellata, la Coppa, il Guanciale) e formaggi (Cosacavaddu Ibleo, Canestrato Siciliano, Ragusano Dop, Fiore Sicano, Pecorino Siciliano Dop, Piacentinu Ennese Dop, la Tuma Persa, Provola dei Nebrodi, la Vastedda della Valle del Belice, il Pecorino Nero oltre alle mille tipologie diverse di Primo Sale).
Ma questo è solo l’angolo dei prodotti di qualità, da portarsi a casa o degustare in loco sotto forma di tagliere (tagliere di insaccati 12,5 euro, tagliere di formaggi storici siciliani 12,5 euro, prosciutto dei Nebrodi 10 euro).
Il resto delle Sicilianedde è tanto altro ancora: la rosticceria siciliana qui trova una delle massime espressioni che io abbia mai provato. In cucina lavorano due ragazzi di Bronte, trasferiti a Roma per riproporre nel modo più accurato possibile i sapori originari siciliani. Per questo vengono utilizzati solo prodotti di massima qualità seguendo le ricette di una volta. Ad esempio non viene utilizzata la mozzarella (che chiaramente in Sicilia un tempo non arrivava) né tantomeno l’Edamer, con cui tanti oggi preparano gli arancini, ma viene utilizzata la Tuma, il formagio fresco con cui si cucinava in Sicilia. Quindi largo ai fantastici arancini, alle cipolline e quanto di meglio la Sicilia possa offrire.
Ma non basta, nel solco della tradizione, alle Sicilianedde viene riproposto il pane cunzato. Praticamente introvabile fuori dalla Sicilia, il pane cunzatu (condito) viene fatto appositamente da un forno romano che utilizza un antica ricetta con grano duro. Tra i condimenti segnaliamo: Panarea (6 euro – olio, origano, pomodori secchi, salsiccia piccante), Alicudi (6 euro – olio, origano, olive nere, acciughe, pomodori freschi, primo sale), Favignana (7 euro – olio, origano, fungi di ferla, provola, coppa), Stromboli (7 euro – olio, origano, carciofini, provola, prosciutto). A pranzo, assieme alla tavola calda dove vengono proposti piatti classici come la Norma, il pane cunzatu va a ruba.
Ed eccoci finalmente al mitico dulcis in fundo… Ve lo dico subito chiaramente: io una aragosta con un ripieno di crema al pistacchio (ovviamente di Bronte) come quella che ho mangiato alle Sicilianedde non l’avevo mai assaggiata.
E la ricotta è talmente buona da aver spinto Enzo a non accompagnare il cannolo con la consueta vaniglia o i canditi… Nulla deve imbastardire il gusto della ricotta! Poi per i coraggiosi che non temono la prova costume c’è l’Iris (la bomba fritta catanese ripiena di crema), la frutta di marzapane, le aragoste con la ricotta, le cassate e tanto altro ancora.
Il locale ha aperto da poco ed è molto curato con personale gentile che indossa la tipica scoppola sicula. Si parte con la colazione e si tira avanti tutta la giornata fino alle 21.30.
Complessivamente alle Sicilianedde si percepisce la passione per i prodotti Siciliani del proprietario, e quella passione viene trasformata in ottime pietanze dalla maestria dai ragazzi della cucina. D’altronde sono tutti originari di Bronte, e in Sicilia la cucina è affetto!
Non ci vuole tanta fantasia per capire che ci troviamo davanti a quello che in breve tempo diventerà un punto di riferimento per gli amanti dei sapori Siciliani a Roma.
Aggiungiamo che, visto il successo riscontrato, le Sicilianedde si è allargato e oggi propone anche un ottimo gelato artigianale (ovviamente siciliano!)
Le Sicilianedde
SERVIZIO: cortese
PARCHEGGIO: non facile
PREZZO: 6 euro un pane cunzatu
INDIRIZZO: Viale Parioli 33 Roma
BAGNO: perfetto
GIORNO DI CHIUSUIRA: mai. Aperto dalle 7.30 alle 21.30 no stop
POSITIVO: prodotti Siciliani introvabili scelti con cura da piccoli produttori, pasticceria stratosferica, sapori della tradizione, passione
NEGATIVO: parcheggio non facile, luci serali forse un po’ fredde;
DA NON PERDERE: sfogliatella alla crema di pistacchio, arancino alla carne, pane cunzatu
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