Continua il nostro viaggio tra le migliori pizzerie di Roma con Sforno (clicca qui per vedere le nostre preferite).
Mai come in questo caso la parola viaggio è azzeccata, per noi romanocentrici arrivare a via Statilio Ottato, una traversa della Palmiro Togliatti più vicina al Raccordo Anulare che al centro, non è stata proprio una passeggiata.
Ma ultimamente gira così: sembra che le pizzerie gourmet che stanno sorgendo nella capitale negli ultimi anni (sforno è nata nel 2005) trovino un humus migliore nei quartieri un po’ più defilati rispetto all’ormai costosissimo centro storico. Come ad esempio la grande avversaria di Sforno, l’ottima Fucina (clicca quiper la recensione) con sede sulla Gianicolense. Forse perché per sopravvivere come pizzeria di quartiere devi necessariamente puntare sulla qualità, mentre nel centro storico ci sono le più famose pizzerie romane low cost (Baffetto, San Carlo, Leoncino, Moro ecc.) che godono ormai della loro clientela affezionata che sgomita per mangiare una pizza assieme ai turisti. Pizza buona o meno buona che sia.
Partiamo subito da un fatto rilevante quanto soggettivo: da Sforno ho mangiato senza alcun dubbio la migliore Pizza Margherita (7,5 euro) trovata a Roma. E la quantità di guide che segnalano la pizza di Stefano Callegari appiccicate sulla porta d’ingresso di Sforno non sono certo casuali.
L’impasto è leggero e buonissimo, più simile a quello che della pizza napoletana rispetto a quello sottile della pizza romana. Eppure è stato scongiurata ogni traccia di gommosità grazie alle ad altissime temperature (450°!) che raggiunge il forno a legna.
Insomma una signora Pizza Margherita che ricorda un pò quella della Gatta Mangiona (e non c’è da stupirsi dato che parte dei proprietari di Sforno, che hanno dato vita anche a Tonda a Montesacro, sono gli stessi della Gatta Mangiona).
Abbiamo invece trovato pesante (ci perdoneranno i numerosi estimatori), seppur geniale nella realizzazione, una delle creazioni per cui Sforno è divenuto tanto celebre: la famosa pizza cacio e pepe (12 euro). Ben presentata, tagliata in modalità degustazione con il pepe da macinare nel mezzo del piatto, a nostro modo di vedere non permette di mangiare una pizza intera a causa del sapore molto forte. Il cacio non viene infatti stemperato con il parmigiano, come ormai avviene di frequente nella pasta cacio e pepe, e il risultato è una pizza piuttosto pesante, seppur interessantissima nella modalità di preparazione. La pasta viene infatti infornata con sopra del ghiaccio, e il pecorino viene aggiunto solo in un secondo momento, dopo averla sfornata. Anche se non l’abbiamo apprezzata particolarmente questo non toglie che – sopratutto se siete in tanti e la potete dividere – una volta nella vita vada assolutamente provata.
Molto particolare anche la seconda pizza speciale che abbiamo assaggiato, la Greenwich (12 euro), apprezzabile per l’originalità degli ingredienti e per il risultato finale: blu stilton (formaggio di produzione inglese che ricorda il Gorgonzola), mozzarella e riduzione di porto. La riduzione di porto stempera il sapore forte del formaggio alleggerendo la pizza. Il risultato ci ha convinto, anche grazie alla consistenza della base della pizza di Sforno che permette di “reggere” anche condimenti saporiti come quello della Greenwich.
A parte questi tecnicismi da esperto della pizza quale mi sto atteggiando pur non essendolo, segnalo che il locale è piuttosto confusionario. L’acustica, sopratutto se i vostri vicini non sono dei lord – come non lo erano i nostri – non è buona e riuscire a farsi capire dal proprio dirimpettaio non sarà cosa evidente. Il servizio ci è sembrato piuttosto eterogeneo, siamo passati nel giro di qualche minuto da un piatto con l’antipasto letteralmente tirato sulla tavola alla premura di una cameriera che ci ha consigliato i dolci con grande gentilezza.
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Ottima la selezione di birre, con le ormai irrinunciabili artigianali, mentre i fritti vegetali di cui tanto abbiamo letto bene su altri siti (i nostri amabili concorrenti) non ci hanno molto convinto. Capitolo a parte meritano i supplì: semplici (2,5), all’ortolana (2,5), alla gricia (3), porri e provola (3) e fantastici radicchio e speck (3,5) e asparagi e taleggio (3,5). Molto croccanti, asciutti e conditi alla grande.
Per il resto il menu si snocciola con le classiche pizze della tradizione, dividendosi tra le bianche (Fiori di zucca, bufala e pachino, boscaiola, zucchine, quattro formaggi, gorgonzola, ecc.), le rosse (pomodoro, capricciosa, diavola, margherita con bufala, ortolana, siciliana, ecc.), le focacce (rosmarino, cipolle, patate, crudo) e i calzoni (napoletano e con crudo).
Inoltre su una lavagna nel locale sono indicate le pizze di giornata, sempre molto fantasiose.
Degni di nota i dolci, in particolare molto ben realizzata la torta di ricotta e pere (5), mentre ci sono sfuggiti i gelati di Pizzo Calabro (5), il tiramisù e la crema pasticciera (5). Ragione in per affrontare nuovamente il lungo viaggio che da Roma Nord ci porterà da Sforno (prenotazione non facile permettendo!).
p.s. Sforno è arrivato in finale in una competizione tra pizze del Lazio e della Campania organizzata da Dissapore. Non ci resta che andare a provare il loro avversario partenopeo: il mitico Sorbillo!
Sforno
SERVIZIO: questione di fortuna (qualche cameriera molto gentile e qualche cameriera poco gentile)
PARCHEGGIO: non particolarmente impegnativo
PREZZO: dai 15-25 (dipende principalmente dalle birre che sceglierete!)
INDIRIZZO: via Statilio Ottato 110
GIORNO DI CHIUSURA: domenica
TELEFONO: 0671546118
POSITIVO: pizza ottima, prezzi ragionevoli senza coperto, ottimi dolci
NEGATIVO: locale con pessima acustica, servizio non sempre impeccabile, fuori mano (almeno per noi!)
PIATTO DA NON PERDERE: margherita perfetta
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