Drogheria della Rosa (Centro Storico) VOTO: 8,5/10

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Che posto la Drogheria della Rosa.

Nascosta nel cuore di Bologna, sotto i portici che d’estate diventano parte integrante del locale e permettono di gustare una cena con la brezza della sera guardandosi intorno. Dovrò sempre ringraziare Maria Rosaria per avermelo fatto scoprire.

Da fuori spicca l’insegna “Drogheria” sulla porta a vetri e, dentro e fuori, questo posto ha mantenuto le sembianza di una drogheria… un locale antico, con il bancone all’ingresso dove troverete sempre –  e sottolineo sempre – un gran mazzo di rose… di quella varietà bellissima che sembra quella delle rose rosse di alice nel paese delle meraviglie. Le pareti sono rivestite di scaffali colmi di barattoli, flaconi, oggetti stranissimi. Ogni volta che vado rimango ipnotizzata e osservare una volta un giradischi, un quadretto, radio, oggetti in latta e  le centinaia di contenitori di vetro che regnano sugli scaffali. L’arredamento è singolare, folkloristico direi, ma decisamente, e dolcemente retrò, con un fascino che è difficile descrivere.

 

 

Il proprietario e fondatore (dal 1994),  Emanuele Addone, è come il ristorante che ha creato. Ammiccante, ironico e leggermente sornione…e lo riconoscerete da una serie di occhiali decisamente originali (in due- tre volte che sono andata ne ho visti almeno due paia davvero notevoli)! lo vedrete girare per il ristorante, nel suo territorio, e  vi sembrerà che conosca tutti almeno da 20 anni (compresi voi!) e,  se siete fortunati e gli andrete a genio, si siederà a scambiare qualche parola con voi, ma dovrete stargli simpatici altrimenti non se ne fa nulla.

Mi hanno raccontato – e l’ho anche letto da qualche parte – che in tempi passati bisognava proprio andare a genio a Emanuele se volevi mangiare alla Drogheria della Rosa… altrimenti restavi in piedi. Credo che adesso, tra il fatto di prenotare e tutto, la cosa si sia perduta, ma resta nell’aria il fatto che gli ospiti della Drogheria li ha un po’ scelti e approvati anche Emanuele Addone. E Addone sa comunque i fatto suo: ha lavorato con Alfredo Rivola e poi con Raul Gardini in Inghilterra (Londra e Oxford) e Parigi, per poi tornare nella sua terra natia collaborando con Silverio Cineri. ltre a ciò ha ricevuto diversi premi come ristoratore. Ora in cucina c’è il suo braccio destro lo chef Francesco Guerra.

Il menu proposto conta un numero di piatti se vogliamo limitato ma di grande carattere,  eseguiti con grande originalità e maestria. Le materie prime sono davvero di di ottima qualità. I produttori sono chiaramente indicati sul sito internet del ristorante, segno dell’importanza che il locale dà ai prodotti in favore della trasparenza verso i consumatori. Per il rinomato filetto ad esempio, uno dei piatti migliori della casa, la carne viene dalla macelleria Agnoletto-Bignami in via Pescherie Vecchie 10 a Bologna e altri nomi di rilievo sono presenti per la scelta del pesce e delle verdure (ne ho rubate un po’ dal piatto di Mariarosaria ed erano davvero strodinarie!).

Ma cominciamo con gli antipasti. Come resistere ad un piatto di affettati nella terra della mortadella? è quasi impossibile per cui mettetevi il cuore in pace e sappiate apprezzare tutta la bontà di salumi di straordianria qualità appena affettata per voi (è possibile che ve li portino in automatico appena entrate insieme ad un bicchiere di prosecco, se non gradite l’antipasto, fermateli subito). Se poi volete innaffiare con un bicchiere di sangiovese o lambrusco la sete si spegnerà all’istante.

 

 

 

Per quanto riguarda i primi va fatto un applauso alla pasta fatta in casa, sempre freschissima e perfettamente tirata, motivo per cui ho sempre preso volentieri i tortelli di stracchino e squacquerone (badate bene che sono due cose diverse) conditi con le verdure di stagione (perchè l’attenzione alla stagionalità è uno dei punti fermi di questo posticino delizioso). Una volta con i fiori di zucca (davvero buonissime ve le raccomando) una volta con i carciofi, con le erbette o con i funghi e il suo primo piatto forse più famoso sono i tortelli di melanzana al sugo di pomodoro  ai triangoli di patate con il timo. Le porzioni non sono eccessive e vi permetteranno di assaggiare anche un secondo o il dolce.

 

 

 

Passando al secondo troverete un’ottima selezione di carni, per cui perchè non provare il filetto all’aceto balsamico della vicina modena oppure al naturale, o, se si preferiscono le carni bianche si può osare con una faraona al miele piccante, o per i palati più delicati le specialità di mare e i tortini di verdura.

 

 

Per quanto riguarda i dolci, questi provengono dalla pasticceria “Le dolcezze” a via murri, e non potrete non assaggiare il mascarpone, dolce tipico del bolognese, questa crema a base di mascarpone che di solito si accompagna ad una fetta di torta, ma che è buonissimo anche “assoluto”. In alternativa troverete anche un flan di cioccolato e frutta di stagione.

 

Drogheria della Rosa: Mascarpone

Insomma, un menu particolare, che combina sapori noti, e, pur nella sua originalità ed esecuzione, ha il rassicurante sapore di casa… così come il carattere del suo proprietario. Una cucina ideata quindi, dal padrone di casa, che, guarda caso, è un incredibile e argutissimo chef.

E sedendovi al tavolo della Drogheria delle Rose potreste girarvi e fare un cenno di saluto a Francis Ford Coppola, o a Danny De Vito, avventori storici del locale. Perchè qui cinema e cucina sono di casa.

Ah dimenticavo, dalla Drogheria si esce sempre, dico sempre, con una Rosa in mano.

p.s. Su richiesta il ristorante prepara un piatto vincitore nel 2003 del Pellegrino’s Cup di Venezia: Borlotto ricomposto su crema di fagioli con molluschi. La cosa mi incuriosice alquanto e devo convincere assolutamente Nico ad andare anche solo per assaggiare questo piatto da primo premio!

 

Drogheria della Rosa

PARCHEGGIO: non semplice

INDIRIZZO: Via Cartoleria, 10, 40124 Bologna

SERVIZIO: medio. potrebbero farvi aspettare, e se non siete persone disposte a stare al gioco, il modo di fare del proprietario potrebbe infastidirvi.

TELEFONO: 051 222529

PREZZO: dai 25 euro in su (non c’è un menu quindi il prezzo può variare. Non ho mai avuto brutte sorprese, ma state in campana). I primi costano sugli 11 euro i secondi sui venti.

GIORNO DI CHIUSURA: mai

POSITIVO: ambiente caldo sotto i portici,  tiatti tipici bolognesi, ci si sente a casa

NEGATIVO: non viene portato il menu, porsioni non molto abbondanti

PIATTO DA NON PERDERE: pasta tirata in casa

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