Giovedì Gnocchi. La tradizione di un intero paese, l’Italia.
Si fanno con tutti gli impasti possibili, dando vita a ricette come gli gnudi agli spinaci o gli gnocchi alla romana impastati con il semolino.
Con l’arrivo dall’America delle patate la musica cambia e ormai l’impasto classico degli gnocchi non può prescindere dal tubero d’oltreoceano. Propongo sul sito la ricetta proveniente dal corso di cucina “” Tavola con lo chef” che ho frequentato qualche anno fa.
La ricetta non prevede l’uso dell’uovo e a me piace molto perché il risultato finale è uno gnocco molto morbido.
Ingredienti (per 6/8 persone):
- 1 kg di patate (meglio se farinose, tipo le olandesi)
- 300 g di farina
- 15 grammi di parmigiano
- 15 grammi di pecorino
- noce moscata
- pepe
- sale
- un goccio d’olio (per la cottura)
Cuocete le patate facendole bollire nell’acqua salata. Tagliatele trasversalmente e fatele asciugare in una teglia nel forno per 10 minuti.
Rimuovete la buccia con le patate ancora calde (quando si raffreddano diventa molto più difficile). Passate le patate nell’apposito strumento (schiaccia patate) ottenendo finalmente la purea da lavorare con la farina.
Attendete che la purea si raffreddi stendendola sul tavolo e iniziate ad impastare aggiungendo di volta in volta la farina, il pepe, la noce moscata, il pecorino e il parmigiano. Fate riposare l’impasto per circa 20 minuti e cominciate a realizzare gli gnocchi.
Il procedimento è piuttosto facile: stendete delle lunghe strisce (tutte pressappoco della stessa dimensione) sul tavolo e tagliatele. Per inciderli sarebbe il massimo utilizzare il tarocco, ma mi rendo conto che non sia proprio uno strumento di uso comune nelle case degli italiani, quindi andrà benissimo anche un coltello con la lama liscia.
Cuocete gli gnocchi nell’acqua aggiungendo un goccio d’olio per non farli attaccare. Scolateli qualche secondo dopo che sono venuti a galla.
Gli gnocchi si prestano bene a diversi tipi di condimento. Noi abbiamo un ricordo speciale di una giornata passata a casa di amici nella Lunigiana, e gli gnocchi con il pesto che abbiamo mangiato quel giorno non ci escono dalla testa.
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